SEPPELLITEMI AL CIMITERO: LA STRANA SINDROME CHE FA CREDERE MORTI I VIVI

Chi mi conosce sa che non sono uno psicologo, tanto meno un medico, ma la mia sete di conoscenza mi porta inevitabilmente a ricercare le informazioni più diverse e a leggere i libri meno conosciuti. Ciò di cui vi racconterò oggi è una sindrome piuttosto strana, infatti sono pochi i non addetti ai lavori che ne hanno sentito parlare. Ma proprio la sua particolarità ha colpito la mia attenzione, ecco perché voglio condividere con voi ciò che ho, nel mio piccolo, appreso.

C’è una malattia che porta le persone a credersi morte, a essere convinte di aver perso gli organi interni e tutto il sangue: è la sindrome di Cotard, anche nota come sindrome del cadavere che cammina. Diagnosticata per la prima volta dal neurologo francese Jules Cotard nel 1880, quando si trovò di fronte una donna di 43 anni che sosteneva di essere priva di organi e di possedere unicamente ossa e pelle.

MADEMOISELLE X

La paziente, definita con lo pseudonimo di Mademoiselle X, affermava di non essere in possesso di cervello, nervi, torace, stomaco e intestino. I problemi della donna erano cominciati anni prima, in un periodo di profonda spossatezza nel quale aveva sentito il suo corpo cambiare.

Un paio di anni dopo era sicura di essere morta. Convinta di non doversi più nutrire, non percepiva più gli stimoli della fame e si reputava immune dalla morte naturale. Inoltre pensava che quella condizione fosse una sorta di punizione per come aveva condotto la sua vita e che l’unico modo per porre fine alle sue sofferenze fosse darsi fuoco (cosa che infatti tentò di fare un paio di volte).

Nel 1882, a seguito di questo stravagante caso, Cotard conia il termine “delirio di negazione” per descrivere al meglio la nuova patologia. In medico aveva individuato dei punti fermi della malattia e li aveva descritti definendoli una forma grave di malinconia ansiosa.

LA SCRITTRICE AMERICANA

Il caso più recente di cui ho trovato descrizione è invece quello di Esmé Weijun Wang, una scrittrice americana di origini asiatiche che il 5 novembre 2013 giunse alla conclusione di essere morta.

La sua esperienza è narrata nel libro “Perdition Days: On Experiencing Psychosis”, dove racconta che precedentemente alla diagnosi si era sentita molto stanca e anche il suo senso di realtà aveva iniziato a vacillare. Aveva l’impressione di aver perso il controllo su ciò che la circondava e, nel tentativo di difendersi da quelli che sembravano essere i primi segni di una psicosi, aveva iniziato a leggere un manuale terapeutico alla ricerca dei propri valori e, presa da una frenesia organizzativa, aveva riordinato il suo spazio di lavoro.

Una mattina Wang svegliò il marito prima dell’alba con le lacrime agli occhi, euforica di gioia, dicendo che finalmente aveva capito tutto. Un mese prima, quando su un volo da Londra San Francisco aveva perso conoscenza per quattro ore, non era svenuta, come avevano detto i medici. Era morta. La gioia momentanea lasciò presto il posto alla disperazione. Wang si rifiutava di mangiare, parlare, lavorare… “Ero sicura che insieme a me fossero morti anche mio marito e il mio cane” racconta lei stessa. “Inizialmente non ero sconvolta, perché pensavo che mi fosse stata data una seconda chance, la possibilità di fare tutto di nuovo”.

Per quasi due mesi la donna aveva sofferto della sindrome di Cotard.

I CASI NOTI SONO UN CENTINAIO

Dal momento della scoperta fino ad oggi, sono stati registrati, per fortuna, solo un centinaio di casi. Nel 2008 una donna filippina aveva espresso ai parenti il desiderio di andare al cimitero per poter stare con i morti dato che sentiva il nauseabondo odore del suo corpo che marciva.

Nel 2013 una donna persiana era convinta di essere morta a causa di un personaggio appartenente al folklore del suo paese. La donna raccontava di essere stata uccisa da un demone dalle sembianze femminili che le aveva dissezionato l’addome e le aveva mangiato il fegato.

Un altro è il caso di un uomo britannico che, dopo aver tentato il suicidio, era convinto di esserci riuscito ed essere morto. Il ragazzo trascorreva la maggior parte del tempo al cimitero, unico luogo in cui si sentiva sereno. La cosa più sconvolgente, però, si trova nei suoi referti medici. Alcuni esami effettuati sul suo cervello mostrano un’attività cerebrale anomala tipica del sonno profondo.

LE CAUSE

Le cause della malattia sono molto dibattute. I deliri, riporta il Washington Post, sono generalmente associati ad altre condizioni neuropsicologiche come la schizofrenia, la demenza, il morbo di Parkinson e altre lesioni cerebrali. Tra i sintomi della malattia c’è l’assenza di reazione agli stimoli esterni, come il rifiuto del cibo, nella convinzione di non averne bisogno perché si è morti e l’incapacità di provare emozioni.

Personalmente questa sindrome mi ha inquietato un bel po’, soprattutto perché sono solito studiare la notte, quando tutto è buio e anche i rumori della città si sopiscono. Quando le paure si svegliano e iniziano a tormentarci. E ci fa dire “e se succedesse anche a me”?. Ci piace crederci immuni, eppure siamo fragili, soprattutto di fronte alle cose che non conosciamo. Intanto anche le ultime luci della città si sono arrese, la solitudine della notte allunga i suoi artigli e anche di questo libro, sono arrivato all’ultima pagina!

 

 

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